Quell’afa che ci ha avvolti nell’unica pelle di gocce centellinate di sudore; quel torpore che incanta le menti e affievolisce gli arti; quel raziocinio deriso da un istinto primordiale, incontrollato; questo è ciò che è rimasto delle nostre supponenze. Costruiamo gabbie, ma ne immaginiamo ancor prima della forgia già le fessure. Ci inventiamo solidi, ma siamo attendisti del vento. Svicoliamo nei meandri della ragione, crocifiggendo certi segnali privi di logica, laddove è il tempio delle sfumature che stiamo osservando. Oggi sento il richiamo che aneli, ma non è nel verbo che devi cercare la memoria. Esplora le nebbie; sviscera incertezze. Oppure, e vale ancor dippiù, cercale in certe congiunzioni; occasionali e svuggevoli financo per il Fato.
mercoledì, luglio 21
Informazioni personali
- Nome: Manilo
Son movenze, le tue, quelle in cui muto, incantato nei fruscii dell'aria; uniti da fati e umori di terra, arpeggiamo parole inclini come rigoli d'acqua. Fotografia di Michael Melford.
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