domenica, febbraio 29

C’era qualcosa in ogni passo, la sera qualcosa accadeva nella mente già in viaggio. Alla ricerca di qualcosa, con un’idea, un colore vago; sensazioni o forme inesatte. Il calar della sera istruiva propositi che l’alba puntuale attuava. Per le strade accese dalla notte e pacate dal sonno, per semafori gialli e lampeggianti, corse in auto sorprese, ignare di mete scolpite. A volte il mare, forse un albero, un palo; altre una briciola, della sabbia, un richiamo. Chissà cosa ci accende; è costantemente cangiante, come le ore, o gli spazi. Schiamazzi, vocii assordanti, e ricerco la quiete; nello scorrere dei palpiti d’aria sull’erba scomposta, ma incline, come vorrei essere mansueto. C’è un perché, come in ogni cosa, o forse no, come in ogni verità equivoca. Da allora navigo, e cerco, e m’abbandono; d’allora ‘’era’’, il passato composto che torna ad aliti; emergo al presente rivolto alla balaustra fredda di ogni finestra esistente. C’è una musica, un rigo; portavo tutto dentro; il presente non collima, rarefatto, assente. Tutto di cui sono traccia ha provato l’elisione, e rinasco forte, privo delle mie dee illusioni, sorpasso linea e galleggiamento. Intriso di fumi batto tasti di cui non ho ricordo; in ‘’do’’ non c’è senso, come in rigo e riquadro; tutto ciò che non trovai ora sussurra e m’assorbe.