domenica, ottobre 20

Guardo,
ci ripenso,
l’ordine casuale di quei tasti,
di quella marea di simboli,
insiste indomabile.

Non c’è fuga, oggi, nelle parole
attendo qualcuno che sappia spiegarmi
adagiato, semplice,
tra spazi e storte righe
dove lenti si và.

Quando scorro tra le voci dei pensieri,
mi arresto prima che labili
sfumino esausti e l’impeto li travolga,
allora immagino e traspongo per carpire
un giorno se sarò dove pensai che sarei stato.