venerdì, settembre 20

Quando apri una busta non sai mai cosa trovi, certo, se c’è un fiocco, della carta colorata, allora immagini: sarà un regalo, ma, allora, le cose si complicano, ti chiedi il perché. Non che sia innaturale, ma con le domande si disperde il senso, bisognerebbe viverle, invece, certe cose, senza troppi rimuginii. Una striscia bianca su di una tela nera., una cinghia da agganciare, e una cerniera (quelle oramai non mancano, mai). Sì, è un marsupio, mica uno qualunque, è della Nike con tanto di etichetta e di provenienza: “made in china”. Certe cose vanno così, entri al cinema e cerchi di carpire, subito, dove reperire i pop corn, magari tra un tempo e l’altro, perché durante il film lo sgronc-sgronc disturba e c’è chi ti guarda male. Almeno lo immagini, perché è sempre dietro, colui che guarda, e lo fa sempre al buio. Provare per credere.
Il tempo passa, e non c’è un motivo, si fanno tante cose, ma piccole, senza traumi, senza rincorse. In un certo qual modo siamo disarmati, un esercito senza spada, un armata senza voglia che si adagia alla riva dopo – o pensando – il naufragio. C’è coerenza, quello si, sempre, con un marsupio ci fai un viaggio, e non è un caso, a F. il mio compagno d’avventure, hanno regalato un cappellino e uno zaino. Più evidente di così? Succede così, vengono in camera, in quattro, ci si da la mano, - ma non c’eravamo già visti? - ci si presenta, poi bacini, e la busta dono.
Aspetto il Ciack, però, dai che qualcuno prima poi salta fuori e fa coincidere i due legnetti zebrati: Tac! Ed è Ciack.