Tutto è uguale a se stesso, i colori, le forme, i rumori. Quello che posso, come sempre, è osare l’indifferenza e scivolare lento e tenue, abbassando il capo come nei sogni. Quello che celi allo sguardo non ti vede e non ti piomberà addosso. Bisogna simulare, ricorrere alla fermentazione cerebrale, che, chiamala come vuoi, è violenza sulla propria indole e sofisticazione del naturale andamento. Ci sono cose troppo grandi e complesse per riuscire razionalizzarle, metabolizzarle, e, ancor di più, spiegarle. Ci provi, cerchi il momento, ma nessuno è quello giusto, ne tantomeno ne arriverà uno migliore. Quando violenti la mente, e vuoi tendere una mano, muovere le labbra, ecco il nodo in gola e le parole muoiono lente, ancor prima di essere proferite. Questo diario di bordo si muove tra mille bufere, attendendo la quiete.
venerdì, ottobre 18
Informazioni personali
- Nome: Manilo
Son movenze, le tue, quelle in cui muto, incantato nei fruscii dell'aria; uniti da fati e umori di terra, arpeggiamo parole inclini come rigoli d'acqua. Fotografia di Michael Melford.
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