Limpido questo pensiero. Circola, si crogiola, varia il moto invadendo la mente; evapora infine, come quella goccia d’acqua incredula ai primi tepori della primavera. Sopravvive arcigno alle insidie del corpo, ai rantoli frenetici ai fianchi di scrivanie pallide opulente di cancellerie. Questa voce fuori campo proviene dall’assurdo a perdita di vista, incrocia discorsi tra sguardi e gli specchi a fronte. Sbircia la salvezza tra se e se, nell’attesa sfinente di un astro stellare lontano, oltre l’angolo.
Anime tra le mani in toni mescoli, torbidi sensi che s’immergono nei meandri. Nel retro di ogni pagina trapela una luce sfoderata, disegnata ai bordi del foglio. Si pone il capo e ci si perde nell’impegno di costruire una nuova memoria affrancata dal turpe; libera come un passo di danza nell’intima penombra.
Senti la mia mano, e riponi tutta l’aria che hai dentro. Nessuno che osserva, punta il dito e aggrotta il ciglio. Siamo nell’aria, e non c’è giorno perché è svanito anche lo scuro. Riversi nello sguardo, nello spumeggiare del battello del nostro ebro pensiero, appaiamo anime in coro nel duetto che non proviene e che non ha fine. Leggi, fisica e cabala, sono facce di dadi truccati che scagliamo contro la realtà; nostra apparenza.
Anime tra le mani in toni mescoli, torbidi sensi che s’immergono nei meandri. Nel retro di ogni pagina trapela una luce sfoderata, disegnata ai bordi del foglio. Si pone il capo e ci si perde nell’impegno di costruire una nuova memoria affrancata dal turpe; libera come un passo di danza nell’intima penombra.
Senti la mia mano, e riponi tutta l’aria che hai dentro. Nessuno che osserva, punta il dito e aggrotta il ciglio. Siamo nell’aria, e non c’è giorno perché è svanito anche lo scuro. Riversi nello sguardo, nello spumeggiare del battello del nostro ebro pensiero, appaiamo anime in coro nel duetto che non proviene e che non ha fine. Leggi, fisica e cabala, sono facce di dadi truccati che scagliamo contro la realtà; nostra apparenza.
1 Comments:
Di qui è cominciato il contatto e qui finisce.
Il tempo è galantuomo e si vedrà se il giudizio-stiletto corrisponde a verità o è pura e gratuita cattiveria.
Dadi, fisica e cabala sono state facce giocate dal Caso per indurre Orf ad essere ciò che non è.
Peccato che Nì non l'abbia capito.
Il conflitto è stato rimosso e Orf non si aspetta né più né meno ciò che è già stato, un gioco crudele.
Orf ora viaggia attraverso la saggezza e da tempo non crede più -e forse ha mai creduto - che potesse aver incontrato nell'ombra l'amicizia.
Onni soit qui mal y pense.
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