venerdì, febbraio 4

Cortili tinti di scuro della notte; ombre che si intersicano e danzano nelle assenze di luci. Rivoli di foglie lievemente piegate ad osservare il cielo, timorose dei riverberi quando l’aria ulula trapassando i rami. Terriccio umido, fiero d’effondere l’umore fertile dell’acqua. Passi spersi, privi di domande tra sentieri di ciottoli casuali fermi all’attesa del calpestio. Il rimestio sorprende le parole e null’altro si intona al nero corvino del sottofondo dell’animo. Greve il coperchio schiaccia l’inutile pensiero, e la disperazione opprime financo l’insano senso d’inquietudine, attendo allora in un sol di nota un accordo spiovente dal cielo. Alieno aleggio in polveri di rena, ghignando del deriso carceriere labile di miraggi. Invoco ricordi e sentimenti contro futilità e assenza, perfida pelle dei miei estinti delatori.