mercoledì, marzo 9

Come sete corvine ridiscese, il sipario sborda dall’osservare oliva degli occhi pesti. Flette l’intingere di luci chiare, fra gote e virgole di sospiri inclinati. Scevri questi pensieri lontani, impeti dissimulati in lievi cenni di sguardi tra i chiarori del mattino.
Respiri trattenuti, in gorghi ribelli d’aria sfuggita; fatali spargitori di sogni e ceppi virali di passioni. Parole intese e attese pervadenti, in righe traccia di giorni inquieti.