domenica, febbraio 20

I volti acredine che nel far delle movenze voluttuose m'osservano, intersecano interrogativi gli intendimenti. D'alambicco sperdo l'indole di tane, adagiando cimieri su fonemi inconsulti; specchi speculari contrapposti in sorseggi di sorrisi sviliti. Rivivo, dissimulo e sperdo nel far di mani per le remote apparenze e il distoglier di fumi e nebbie. Cultore, parlo e ricalcolo; carezzo sillabe timide di parole, osservando altrove anche nell'attimo che v'รจ dopo. Discorde, intono allucinazioni nelle quinte dell'insinuazione; sogno assenze di vuoti in spazi nulli. Nell'alterco con l'essere, stillo anima e pensiero, nell'attesa dell'attendere del fremito del trovare.