I volti acredine che nel far delle movenze voluttuose m'osservano, intersecano interrogativi gli intendimenti. D'alambicco sperdo l'indole di tane, adagiando cimieri su fonemi inconsulti; specchi speculari contrapposti in sorseggi di sorrisi sviliti. Rivivo, dissimulo e sperdo nel far di mani per le remote apparenze e il distoglier di fumi e nebbie. Cultore, parlo e ricalcolo; carezzo sillabe timide di parole, osservando altrove anche nell'attimo che v'รจ dopo. Discorde, intono allucinazioni nelle quinte dell'insinuazione; sogno assenze di vuoti in spazi nulli. Nell'alterco con l'essere, stillo anima e pensiero, nell'attesa dell'attendere del fremito del trovare.
domenica, febbraio 20
Informazioni personali
- Nome: Manilo
Son movenze, le tue, quelle in cui muto, incantato nei fruscii dell'aria; uniti da fati e umori di terra, arpeggiamo parole inclini come rigoli d'acqua. Fotografia di Michael Melford.
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