giovedì, febbraio 10

Ultimi venti nel tango della veste scura, sinuosa sino alle caviglie.
D’organza lenisci il tuo corpo lisciando i biancori in immagini di ragazza. Bagliori in lontananza, di scarpe con sfumature mitigate dalle ondulazioni della pelle. Ori appena pendenti, spersi in alcuni giri di collo, nei tepori di ciprie e nel far di cigno. Profumi asciutti, decisi nell’esaltare profondo, profusi come vergar di firma. Rotei su te stessa, dissimulando i cenci e dispensando sorrisi alla schiera d’usuali spettatori, attorniati per la visione dello spettacolo nel sole d’ogni mattino. Parole incatenate in movenze, scarne lacrime inghiottite nella confusione di ricordi. Felici canzoni intonate nell’assoluto senso della musica. Sentimenti falcidiati da figure ombra di progenie rilasciata dietro angoli angusti. Sorridi e danzi e mi osservi, dai vita allo spettacolo e aspetti l’assenso. Chiami in sostegno cori di figure umane, bramando frasi e sussurri. Mano nella mano, giù per i viali nei vocii di primavera.