Ho chiuso gli occhi su ventagli antracite dei sampietrini; immagini d’ombre a ricalco di solco in battuta nelle spinte radenti del sole. Li ho riaperti tra le spume del mare; dov’è glabro e lo sguardo si perde. Queste caviglie affondano nei gorghi d’acque inquiete nelle battigie di spiagge asonore. Rene che s’inerpicano confondendo vocii vicini, isolando gli odori di unture limacciose. La riva alle spalle e l’orizzonte impervio; alieno a quel ch’avverto. Salpo nei relitti d’un battello fermo all’ansia nel moto d’ondeggiare. I listelli brumi e scarni, senza drappi in fondo alla carena. Realtà entro campane sopite; mezzi grezzi per non divagare; sogni vivi, accesi e contrastati. Mare e mare e ancora poi mare; in questo solo azzurro carico d’osservare.
domenica, luglio 3
Informazioni personali
- Nome: Manilo
Son movenze, le tue, quelle in cui muto, incantato nei fruscii dell'aria; uniti da fati e umori di terra, arpeggiamo parole inclini come rigoli d'acqua. Fotografia di Michael Melford.
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2 Comments:
Prodigiosa visione,quell'azzurro tutt'uguale,
sfondo di riparo agli indugi del reale.
Chiudere gli occhi e farsi trasportare dall'ineluttabile; riaprirli su un paesaggio cambiato, dove gli occhi sono quelli di un neonato pensiero. Muoversi confortato dall'azzurro di un orizzonte che attrae, ma avere bene presente la riva alle spalle.
Ossimoro, le rene che si inerpicano, suscita immagini di forte incertezza.
Buona fortuna
ORF
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