venerdì, dicembre 6

Una scomparsa, e riemergo dal silenzio propizio degli ultimi giorni. Antonino Caponnetto è morto. Abile magistrato e dotato di quell’intuito formidabile che ha generato il pool antimafia, efficace arma per la lotta alla mafia motivo per cui da tempo smantellata. Con Caponnetto sono diventati grandi magistrati come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, impronta di una magistratura che funziona e che esporta i propri metodi anche negli altri stati al mondo. Una persona di una statura enorme, umanamente prima che professionalmente. Da tempo, nonostante i suoi malanni e gli anni - 82 - era impegnato a sensibilizzare i giovani contro l’effetto assopente della falsa informazione dei media.
Ricordo quella figura esile, la semplicità del fare, lo sguardo sempre rivolto altrove. Ricordo, purtroppo, la sua faccia lacerata dopo l’eccidio di Capaci e i suoi occhi spenti dopo quello di via D’Amelio. Ha creduto, l’ho letto nel suo sguardo, che tutto era perso, ma non lo disse mai, spingeve energicamente tutti noi a cambiare le cose. Questa pausa, questi silenzi, vanno a lui nell’altare dei sentimenti.