mercoledì, settembre 17

Ed ora che il tempo è trascorso sono rimasto sul bordo ad osservare. Del circolo dei come e dei perché spalmo ogni tratto di pelle. E’ questione d’identità, ma chi ha voluto credermi ora si è già dileguato oltre nuovi dislivelli. Non rimane che intentare il ritorno, quindi rigirare il bagaglio e scioglierne il lazzo. Qualcosa da recuperare c’è sempre, non tutto è zavorra, come è insavio ostinarsi ad insidiare la memoria, qualcosa c’è ed è li, dell’altro è disperso, e non c’é nulla da fare. Credere è oggi l’argomento, questo duro baratro pronto a risucchiare. Quegli abbandoni che mi erano consueti sono divenuti deste veglie d’attesa; tutti e assieme ci aspettiamo e incrociamo inconsapevoli e frettolosi, e direi incuranti, perché alle spalle tutto volgiamo. Insomma si è svelato, il meglio, o ciò che di lui crediamo, è già trascorso immobile come il più comune dei falsi. Nell’alba; un motivo per fugare.