Ed ora che il tempo è trascorso sono rimasto sul bordo ad osservare. Del circolo dei come e dei perché spalmo ogni tratto di pelle. E’ questione d’identità, ma chi ha voluto credermi ora si è già dileguato oltre nuovi dislivelli. Non rimane che intentare il ritorno, quindi rigirare il bagaglio e scioglierne il lazzo. Qualcosa da recuperare c’è sempre, non tutto è zavorra, come è insavio ostinarsi ad insidiare la memoria, qualcosa c’è ed è li, dell’altro è disperso, e non c’é nulla da fare. Credere è oggi l’argomento, questo duro baratro pronto a risucchiare. Quegli abbandoni che mi erano consueti sono divenuti deste veglie d’attesa; tutti e assieme ci aspettiamo e incrociamo inconsapevoli e frettolosi, e direi incuranti, perché alle spalle tutto volgiamo. Insomma si è svelato, il meglio, o ciò che di lui crediamo, è già trascorso immobile come il più comune dei falsi. Nell’alba; un motivo per fugare.
mercoledì, settembre 17
Informazioni personali
- Nome: Manilo
Son movenze, le tue, quelle in cui muto, incantato nei fruscii dell'aria; uniti da fati e umori di terra, arpeggiamo parole inclini come rigoli d'acqua. Fotografia di Michael Melford.
Previous Posts
- Vedi, ho cercato di scriverlo ma non m'è riuscito....
- Parlo, qualcuno ascolta, ha voglia di farlo. Cosa ...
- Ciondolo spesso da una strada, osservo, non so cos...
- Questo gesso tra le mani conservo, colori in masch...
- Ogni mattina sono le sette e trenta, apro una port...
- Lettere, si, questo devo perseguire. Consonanze co...
- Il silenzio tra la folla mette a disagio, ogni gio...
- Un sogno generato dalle luci del mattino, quando i...
- Tre giorni per capire. Bea che si toglie la vita, ...
- Vorrei ascoltare un fiume lento, seduto con lo sgu...
0 Comments:
Posta un commento
<< Home