Vorrei ascoltare un fiume lento, seduto con lo sguardo basso. Vorrei avvertire il sibilo del vento sulle mani e non oppormi. Sussurro parole e collimo il pensiero, scavo nell’archeologia dei ricordi per godere di scarne immagini lenite dalle barriere del tempo. Se e ma si rincorrono, perdo la percezione che lascia posto a un vuoto. Da quei giorni in cui l’ansia divenne sintomo dell’incolmabile, mi muovo bendato. Avverto, ma distraggo la mente che pulsa; troppi i giorni che sfregano ruvidi tra di loro. La bellezza delle cose, vorrei sentirla; a dialogare al suo posto ci sono tracce di nostalgia di luoghi impercorribili, e mi ritrovo a riflettere e mi riscopro statico in un contesto che muta e avanza. Inquieti si nasce, lo si porta dentro, nessuna realtà può deviare il corso. Provo a creare scenari che mi avvolgono e proteggono, come ogni dì la bolla da cui ne sottraggo l’aria.
mercoledì, giugno 11
Informazioni personali
- Nome: Manilo
Son movenze, le tue, quelle in cui muto, incantato nei fruscii dell'aria; uniti da fati e umori di terra, arpeggiamo parole inclini come rigoli d'acqua. Fotografia di Michael Melford.
Previous Posts
- Lidia corre, dall’angolo al centro di ogni strada....
- Ho visto presto la luce, oggi. La sveglia ha suon...
- Immerso e disperso nella marea dell’ovvio, corro. ...
- Qualcosa in cui credere, per cui lottare. Una pers...
- L’incrociarsi distratti. A margine del giorno, vis...
- Una radio accesa basta, su qualunque stazione, anc...
- Alla ricerca di qualcosa, rincorrendo me, i miei ...
- Questa mattina è andata diversamente. Ai piedi un...
- Scusa, e l’asfalto tuona, tutto s’azzera il folgor...
- Quindici passi, uno dietro l’altro. Questo il nume...
0 Comments:
Posta un commento
<< Home