venerdì, maggio 23


Scusa,
e l’asfalto tuona,
tutto s’azzera
il folgore acceca
e spazza via.

Scusa,
l’ultima parola,
poi un volo senza fine
d’una scheggia a morte.

Cristo umano Giovanni,
sospeso a morte.
Lo sguardo disperso
e un blocco motore nel ventre.

Attorno, terra, solco e fuoco;
fumo e polvere dell’attacco sferzato.
Rotea il capo, il pensiero si esaurisce
per sempre celato, e d’ora in poi donato.

Per ogni vicolo, a Capaci,
è indelebile il puzzo del tritolo,
e pervaderà in eterno l’eco del boato,
testimone il guardrail rosso maculato.