Quindici passi, uno dietro l’altro. Questo il numero propizio. Ma quant’è lungo un passo, e per quindici che tempo ci vuole? Da quegli ultimi residui d’infanzia aveva perso il contatto con il suolo. Eppure di riquadri e caselli ne aveva segnato, e parecchi. Chino, con il gesso tra le dita, sull’asfalto nero e rugoso, reso appiccicoso dai raggi del sole nel pieno del giorno. Pensando e divagando, gli soggiunse un tempo lontano, che aveva perso; solo un ricordo, un lapillo che non brucia, svanito. Si sofferma, entra in contenzioso con il passato. No, non è questo il momento di duellare, si ferma al primo passo pronunciato, ripone l’arma, di cui conosce il significato. Si congeda con il cenno d’una mano; la folla attonita protesta invano.
giovedì, maggio 22
Informazioni personali
- Nome: Manilo
Son movenze, le tue, quelle in cui muto, incantato nei fruscii dell'aria; uniti da fati e umori di terra, arpeggiamo parole inclini come rigoli d'acqua. Fotografia di Michael Melford.
Previous Posts
- Una nuvola avanza circospetta, chiede sostegno al ...
- Le mani sono riverse sul viso, e il tempo è trasco...
- Un uomo si muove lento, è appena apparso sul palc...
- Questa mattina mi sono fermato a Mantova. Una schi...
- Nel pieno delle cose, quando meno te l’aspetti, ec...
- Ci sono tratti di nostalgia che mi attraversano, s...
- Oggi sento la primavera. Finalmente. E’ il momento...
- C’è del giallo sulla scrivania. Non , a decine, i ...
- Mi soffermo ad ascoltarne il suono. Parole, che in...
- E’ il sogno che ricorre, ma di solito ricordo, sco...
0 Comments:
Posta un commento
<< Home