Le mani sono riverse sul viso, e il tempo è trascorso. Nella pausa, quella di ogni giorno, si rivede la stessa figura. E’ il momento della sonnolenza, ed è votata al vagare, nessuno saprà mai quali confini qualcun altro ha osato lambire. Le guance, vermiglie, sono puntellate da una barba, bianca all’estremo del mento. Sul tavolo, sempre gli stesi gomiti, ugualmente distanti, e una macchia qua e la, a segnarne i tremori. Un quadro, l’adiacente finestra, fuga mai scorta per un pensiero sempre al di la di tutto.
mercoledì, maggio 21
Informazioni personali
- Nome: Manilo
Son movenze, le tue, quelle in cui muto, incantato nei fruscii dell'aria; uniti da fati e umori di terra, arpeggiamo parole inclini come rigoli d'acqua. Fotografia di Michael Melford.
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