venerdì, maggio 2

A volte passa tempo. Tra un tasto e l’altro, una pagina o un pensiero, bastano pochi secondi oppure ore, o mesi, chissà. Non ho mai sospeso questo blog, angolo remoto, semplicemente ho avuto niente da dire. Ho avvertito il pudore per i miei pensieri, e sono stati lì, ad ascoltarli sorpreso, a tratti avvinto e stremato. Questo mi avvince, la possibilità di tracciare un sentiero e poi sparire, per riapparire mille e più volte con apparente illogicità. Non ho lettori a cui devo o che pretendono, non so neanche se ho lettori veri, dato che le statistiche rilevano fugaci passaggi.
Ho letto, scritto per me, e per il solo gusto di far scorrere una roller su di un foglio di carta. Mi sono fermato più volte, per decine di minuti, sulla pagina di questo blog, non ho avvertito impulsi e con un click ho chiuso finestra e propositi. Blogoltre mi ha ospitato, per l’occasione ha apparecchiato una sezione, lettere in ombra; poi ho letto, ancora, per abbandonare libro e sonnolenza e passare oltre.
Ci sono cose su di cui poso lo sguardo, in cui mi perdo e viaggio. C’è un mare che mi catalizza, verso cui avanzo lentamente e diretto. Stringo i pugni, sfibro una tensione e riempio i polmoni dell’aria pungente densa di gocce salate e polverizzate. Avverto la solitudine e il bisogno d’essa, il vento stringente accentua il mio pudore.Chiudo gli occhi, dai piedi risale la frescura che trapela dalle onde, la spuma frizzante spinge indietro le mani. Quel soffio struggente è una pista da ballo senza dame e danzatori. Nel mare per il mare avverto la via di tutto.