Per scrivere devo essere connesso; sempre più di frequente questo succede. Ho bisogno di sentire, avrei il piacere che qualcuno potesse ascoltare, cerco di stabilire un contatto senza il quale non esisto. Semplicemente – Dio! Se costa la semplicità - non ci sono, altrimenti; svanisco tra idee aride che senza il confronto non saranno mai pensiero. E’ un peso, per niente favorevole: chi osserva ma non aspetta, chi sorride ma non ha interesse, chi pone l’indice. Non sono un’unità di produzione, né l’elenco casuale di modelli e postulati; perché è così complesso capire questo? Perché qualcuno v’è sparito, e per sempre, e nell’oblio sordido tutto continua?
Il tempo c’è, in quelle lumini verdi paralleli che di tanto in tanto echeggiano, e ci sono, e ci siete. Tutto c’è già per averlo osato, in fondo non servono queste righe, quest’energia; vorrei che qualcuno potesse alzare una mano ondeggiandola in un ''ciao, ci rivedremo''.
Il tempo c’è, in quelle lumini verdi paralleli che di tanto in tanto echeggiano, e ci sono, e ci siete. Tutto c’è già per averlo osato, in fondo non servono queste righe, quest’energia; vorrei che qualcuno potesse alzare una mano ondeggiandola in un ''ciao, ci rivedremo''.
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