domenica, aprile 3

Non ho paura delle trame di questa notte, scura d’ebano e di rintocchi sordidi di mani. Nel buio fisso lo sguardo e avanzo nei binari gelidi dei ricordi. Affondo nelle melme delle incertezze i legami e le vibrazioni scomposte dei sentimenti. Trattengo il respiro, vivendo le memorie in tele di parole cariche di toni. Di fronte all’ultimo muro, evoco insieme tutti gli alleati fragori di trasparenti inclinazioni. Il dì ha il frastuono dell’ultimo, e ognuno a precedere la vocazione del decisivo, nel variegato incrocio delle sensazioni. Non temo insulti, sputi e spade; qualcuno in quel tempo mi diede natali ignari e fervidi di intemperanze ribelli e sibilline. Quando tutto si fermava, e persino l’aria stemperava l’ardore, c’era un guerriero immobile mago che dirigeva mani come flauti e incanti. Bisognava piegarsi per uscire dall’incanto; guardavo silente, com’ora penso e rivivo.
L’incontro del presunto Destino con la forza immensa del Caso, che libera con piroette imprevedibili strali d’eventi, falcidia gli impudichi rossori di guance. Impongo ancora questa mente agli spettri esposti ad arte; rivestendo ogni pensiero delle tinte indelebili dei legami.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Fa spavento leggere queste tue righe... a nulla vale nulla...
tutto vedi come nemico, quasi un attentato al tuo IO, anche le tenzoni scherzose per darti un po' di sorriso...peccato quello sforzarsi a capire...peccato quel filo sottile di trama fumosa...peccato non leggere tra le righe...peccato supporre cose inevase...peccato convincersi di livori che non ci sono...peccato...

10:43 AM  

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