lunedì, novembre 28

Solo; come gli intenti, gli sguardi d’un istante e le foglie che rotolano attorno a qualche mulinello. Sui legami mi avvento come una fiera scomposta, nello sbavare di fauci giù sino alle zanne. Scandisco pensieri all’inverso, che dai concetti portano alla radice. Svendute le morali da applicare e svaniti i margini etici a contorno, mi riapproprio dell’unità generatrice. Sono mente, corpo, sensazione di vivere ed esigenza di proseguire; sempre e solo una cosa per volta. Dardo svicolato dall’arco, sfuggo dall’uno per raggiungere l’altro; privo di remore mi muovo nei contrasti. Sono uno; solo uno, in quest’universo di guarire dal male dei fardelli. Sfuggo scorie e orpelli, nella purezza di non esistere.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

"L'uomo vive ogni cosa subito per la prima volta...senza preparazioni.Come un attore entra in scena senza aver mai provato.
La prima volta è la vita stessa".

E' insostenibile, leggera,ha un volore enorme,come i sogni,che hanno una vita sola per essere vissuti.
E' un bene condonare fardelli di memorie e risalire a riprendere fiato .Storditi e spaventati come neonati,ma vivi!

Un caro saluto

5:16 PM  

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