lunedì, settembre 29

Vedrete che non persisterò, non ho quella fatua energia che tutti credono. Un momento, e svanirò, basta poco; a volte una virgola fuori posto o un punto inopportuno. Non ci sarò a quelle danze intentate, sarò già altrove, disperso. Tutte vittime, tutti carnefici; questo il cruccio. Non so quanto resisterò; spalle alle pareti d’una fossa imbraccio fucile e guanto, come invece vorrei chitarra. E plettro Aspetto, sono colpi, tuonano ma non mi muovo; fronde d’acqua svirgolano dall’elmo rilasciando pozze di fango. Non ho occhi, non ho sguardo, ne lacrime da versare, confuse a boccoli di rigoli acciancicati di sudori. Un momento e m’alzerò, incurante delle altrui armi; avrò appena pronunciato ‘’no’’ e farfugli insensati.

Vedrete non ci sarà bisogno d’addii, ne sguardi o mani volte. Alcuno impegno, nessun pensiero, dubbi o memoria. Tutto scorrerà placido, orrido come la linfa sordida che scorre da vico in vico, ai lati, calpestata, offesa, dilaniata, come il tempo che ci sorprende intenti alla notte.