domenica, marzo 12

Osserva le folate di vento, annichilisci la perfidia del vetro gelido. Disperdi lo sguardo, distrai la memoria; vaga ora, con la mia voce giunta dal punto afocale in cui t’attendo. Non v’è registro che possa reggere il nostro sguardo, nessuna base logica; a volte non servono grafismi, ne linee tratteggiate. Sussurro senza proferire parola, e m’ascolti come nella profonda rivelazione; il tuo ancheggiare sinuoso è un organigramma di rimandi. Mi siedo in una base di legno, che scopro portella; muovo le mani come in un film di luce, che sapiente dirigo senza alcuna volontà. La fitta trama di corrispondenze, intesse l’alito verbale che ci inchioda; nell’osservazione d’un tempo privo di mutazione. Così per transiti cerulei di simboli che s’inarcano, dove i fraseggi complessi di accenni di mimica, ci orientano su di un altro piano. Abbiamo perso le tracce, seguite dal senno altrui in mappe di carte fallaci. Ci seguiamo, vedi; ora nel gorgo del mio sogno recondito, nelle risalite, negli alterchi e in ogni affannoso respiro. Mondo d’ogni livrea, lascio impregnare la pelle dall’algida bruma; indefiniti nell’accordo del sentire, ci congiungiamo nella sfera armonica sospesa. Irraggiungibili e irridenti, vuotiamo stizze e complici nuotiamo in queste gelide acque che ci lambiscono senza osare contatto. Nelle virgole, tra gli spazi, nelle sospensioni, perfino nelle assenze, ho pinto lievi tratti di umori infinitesimali; movimenti Casuali, come anima e vita, in cui catturo la tua linfa. All’incrocio del nero dei tuoi occhi, dissolvo il pensiero libero all’avvertire. Vivo.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

E'forse la scena, bellissima, di un sogno? Almeno così sembra.
Tu e un altro, in un mondo immaginario e immaginato, irragiungibile eppure desiderato. Mi ricorda per certi versi l'ultima scena del film "Vi presento Joe Black", la morte che esce di scena e l'amore che ritorna alla vita.
Complimenti, veramente bello e intenso.

10:28 PM  

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