martedì, giugno 6

Bianco alle pose dello sguardo, dove scalette verticali di pietra imbrigliano con i cirri panni del cielo. I torrioni li a lato, osserva, espugnano pallori effimeri di rena nei vapori d’aria.

Adagia i rigori del collo nell’abbandono posteriore della nuca; quella luce in raggi ovatta rasano le mura delle cinte. Le corone, vedi, frastagliate nel telo fitto del cielo; immagina tra le arsure della pietra pallida visi in caduta verso le righe d’orizzonte. Siamo solo alla pesta balaustra di soglia ; e siamo già in viaggio, tra speranze occulte della falangi e blocchi contrapposti.
In cinta uno stemma ridiscende nei rugori di pareti; quando l’osservi sei già fuori dal tempo. Bianco nel fondo e all’alto delle volte, nel candore della prigione a baricentro dell’estetica. Bianco dal basso e d’assalto nelle ferite della cinta; quando nel ventre percepisci gli esili rumori fuori cinta, e ne avverti i gorgheggi, e ti muovi all’unisono degli spasmi di vita.

A volte si può vivere, amica, senza parole e articolare pensieri. Ma quelle movenze, quelle danze, c’erano come costruzioni epiche a corredo effimero al profondo dello sguardo che issa bastioni pinti ancora di bianco.

Bianco, bianco, bianco…

Allerta mura!

Ecco i tremori e i sussulti dal fondo;
socchiusi gli occhi
s’è proferito parola.

Bianco, noi
e tenzone
non tinte d’avellere.

7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

[Tempo]
, ampio e impervio
nei dì del namoro,
incombi
come barriere distratte
d’aria senza respiro;
da Lei, che amo
d’anni luce privi il tepore.
Negli sfoghi
di sfinite passioni
ti invochiamo i rintocchi,
per porre rimedio
al male d’amare
quando cala l’ardore,
e ci vuol tempo,
ci vuol tempo,
tempo,
ma l’amore non torna,
ma ci vuol tempo,
ci vuol tempo,
tempo....

8:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

In "Primo Faust", Fernando Pessoa ha detto cose sensate anche per chi abbraccia la solitudine come scelta di vita.

"Prima io volevo
inzupparmi di alberi, di fiori,
sognare sugli scogli, mari, solitudini.
Oggi no, da quest'idea folle rifuggo:
tutto ciò che mi avvicina al mistero
mi riempie d'orrore. Oggi voglio soltanto
sensazioni, molte, molte sensazioni
di tutto, di tutti in questo mondo - umane,
e non altre di deliri panteisti,
ma perpetue folate di piacere
sempre cangianti,
proteggendo con forza la mia passione
per sintetizzarle in un sentire solo.Voglio
affogare in chiasso, luci, voci
- tumultuose (cose) quotidiane -
il sentimento della desolazione
che mi invade e sogghigna
Godrei
di colmare un giorno (...) in un sorso,
la misura dei vizi, anche a costo
di essere in eterno condannato -
follia! - a quel certo inferno,
a un inferno reale

...............................

10:20 AM  
Anonymous Anonimo said...

"quella
voce grassa da bulla donna stravissuta"

E' una frase di uno scrittore che non conosco e che ho trovato nel contesto di un dialogo al quale fa da sfondo un bianco assoluto, praticamente il nulla.
E una frase orrenda, lo stile pecca e il sentimento d'odio e di rivalsa sono prevalenti.
Leggendo questo tuo post sui "bianchi", nitidi e ombrosi al contempo, la confronto con lo squallore della donna descritta... ma dove?...ahimè non so il nome né il libro ove essa è inserita!
Ho pensato a Jhon Fante scrittore di personaggi maledetti e al limite della normalità, oppure a Bukowskyi...
In ogni caso credo che un'accusa così, se non è dimostrabile e/o confutabile, dovrebbe far prevedere un finale da brivido in questo libro, che so un suicidio per esempio se la donna non è forte e convinta della sua integrità.

Si tratta sicuramente di uno scrittore che ha trattato molte volte il paesaggio umano, quello bianco, del profondo IO, ma proprio non so...

Tu sai per caso dirmi di chi si tratta, mi piacerebbe sapere come va a finire, se la donna si suicida veramente.

Thanks

10:45 AM  
Anonymous Anonimo said...

Come un risultato sportivo. Per ottenerlo devi allenarti; diminuire la resistenza che il corpo oppone allo sforzo e alla fatica. Trasformare un proposito in atto, attraverso la disciplina della volontà.

7:01 PM  
Anonymous Anonimo said...

C'è la mente chiusa. Blindata. Ma piena di fori. Attraverso di essi, un'evaporazione continua di pensieri. E un esodo di sogni.

2:23 PM  
Anonymous Anonimo said...

Cercando ciò che ancora non ho di Pessoa nel Web sono finita ancora una volta nell'intervista di Blogoltre e poi sono arrivata qui.
Il secondo commento di questo post era già mio.
Un' assorta solitudine mi pare qui si celebra. Bè qualunque sia il motivo ti auguro Buon Pessoa.

Nuvole… Continuano
a passare,alcune così enormi (....) che paiono occupare il cielo intero; altre di incerte dimensioni, come se fossero due che si sono accoppiate o una sola che si sta rompendo in due, a casaccio, nell'aria alta contro il cielo stanco; altre ancora piccole, simili a giocattoli di forme poderose, palle irregolari di un gioco assurdo, da parte, in un grande isolamento fredde.
Nuvole… Corrono dall'imboccatura del fiume verso il Castello; da Occidente verso Oriente, in un tumultuare sparso e scarno, a volte bianche se vanno stracciate all'avanguardia di chissà che cosa; altre volte mezze nere, se lente, tardano ad essere spazzate via dal vento sibilante; infine nere di un bianco sporco se, quasi volessero restare, oscurano più col movimento che con l'ombra i falsi punti di fuga che le vie aprono fra le linee chiuse dei caseggiati."

7:13 AM  
Anonymous Anonimo said...

Grazie per il commento. Tornerò a leggere il tuo blog.

12:48 PM  

Posta un commento

<< Home