mercoledì, giugno 16

Per una via con passi lenti, trascini dietro giacca e calzoni sempre troppo larghi. Ci giochi dentro inconsapevole delle stoffe che si raggrinzano allo sfiorare della pelle; appaiono scatti modellati nell’aria a cui avvicinarsi per chiedere silenti un perché. Sei lì, ma potresti essere altrove; nel tempo lo sei stato. Inconsapevole, ti ho incontrato lungo lo sfondo d’ogni via; dove con le mani ondeggi gorghi disegnati nell’aria. Storie ritratte nella mente, appena accentuate dal sorriso e dal ghigno da chi non può essere capito; immagini trapelate dai polsini lisi della stessa camicia sfalda. Parli, o sussurri e discuti, di certe sfide, di alcune tensioni. Attimi di cui nessuno conserva traccia, e che ripeti nella memoria di un film che svolge pellicola e luce. Amori, come gli altri, come ognuno che visse, appena arcuati dalla mano al petto e dai piedi storti al centro sulla mezzeria. Mi guardi e respingi, opponi il sorriso dell’impossibile e rivivi in quel ricordo ricreato tra le mani rivolte all’aria.
A volte un ritorno, breve ma spiovente; parte una goccia come uno sfregio che dal viso bagna la gola. Il ritorno al vero, ti circonda e diventa mio; di tutti. Giusto il tempo per l’ennesimo frastuono al cuore; poi l’apnea, giù un gorgo salato nel muretto oltre l’angolo.
Parte ancora il passo, altri ricordi, altro unger di mente, altre larghe movenze.
Per chi non sa, per chi non vuol sapere, lui è li; oltre il riflesso d’ogni specchio.

mercoledì, giugno 9

Presto,
nel tenue sole di levante
quando il mattutino
allunga le ombre,

paralleli,
tra le falangi di luce
e un balletto d’occhi neri

due caprioli svettano
vispi d’incroci
e di timori gerarchi

d’incorruttibile sintonia
sventolano appena il muso
ad apporre fiero accento
sull’elegante passo

osservano distanti
e scompaiono
silenti e veloci
nell’arco di vita lieve
d’un fresco
ed ignaro pensiero.

venerdì, giugno 4

Acqua
su gocce
giù per le righe
sparse, rantellanti
appena sporte
insieme corali.

Piani sgretoli
aizzati di venti
e granelli smossi
concentrici
l’un l’altro.

Sporti dall’alto
sussurri cadenti
incidenti barcolli
su punti neri
d’incuria e premure.

Bordure d’anima
senso umido
di grani bianchi
duri d’ira
a cernere senso.

mercoledì, giugno 2

Ad ogni angolo volgere lo sguardo, procedere e disosservare, sfiorare ogni specchio e mostrare l’indifferenza manifesta all’appartenenza da cui fuggire.

Rimandiamo al tempo al di là da venire, sin che tutto diviene dimenticato movente, e procediamo senza storia e motivi.

Accadde tutto quel dì in cui qualcosa ci trafisse come la lieve arma della vespa dall’apparente insignificanza, con il dolore sopito dall’urlo e dall’incedere in febbrile sequenza.

Così avremo sperso ogni tempo e vivremo ricongiunti nell’alito d’un pensiero vago, incapaci di dare senso alle idee, impigliate tra il pensare il pronunciare ed il fare..

Confondere di parole; glissiamo memori dell’istante che accadde, estatici nell’ignara attesa di ciò che avverrà.